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I Castelli
20-03-25pubblicato da: Giuseppe Campanella
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In giro per castelli
In maniera generica con il termine castello (dal latino castellum diminutivo di castrum) si designa un insediamento fortificato, a carattere militare o residenziale, senza tener conto del periodo in cui fu realizzato e degli scopi particolari a cui era destinato. In questo senso vengono indicati come castelli anche le rocche minoiche e i nuraghi sardi.
In maniera più precisa, il termine designa un complesso di tipologie architettoniche proprie dell'Europa occidentale erette durante il periodo medievale.
Il castellum si sviluppò nell'architettura militare romana in relazione al castrum, cioè all'accampamento, come un'opera fortificata, sede di un contingente militare e posto di osservazione, destinata a scopi di sorveglianza e di difesa. Tali opere potevano essere temporanee o permanenti: quelle temporanee sorgevano generalmente presso ponti, guadi o fonti d'acqua; quelle permanenti, costruite con materiali molto solidi e dotate di guarnigioni stabili, erano poste soprattutto ai confini dell'impero. Da queste costruzioni ' edificate in gran numero nell'ultimo periodo dell'impero, ebbe origine il castello medievale.
Tale termine venne però utilizzato nel medioevo per indicare complessi tra loro diversi: dal semplice villaggio fortificato al castello-residenza dei signori feudali; dall'insediamento fortificato, come quello di Monteriggioni presso Siena, a tutti gli altri tipi di strutture intermedie.
In
I primi castelli-residenza sorsero quando le popolazioni dovettero abbandonare le città e raccogliersi nelle campagne e nelle fattorie fortificate dei grandi proprietari terrieri per difendersi dal proseguire di guerre ed invasioni.
Successivamente, tra il X e il XII secolo, a causa delle incursioni saracene, vichinghe ed ungare e del disgregarsi delle autorità politiche centrali, vennero costruiti nelle campagne europee numerosissimi castelli. Questi miravano a soddisfare, oltre alle esigenze di difesa anche quelle delle famiglie nobili e delle comunità monastiche legate alla colonizzazione di nuovi territori ed alla instaurazione di uno stretto controllo economico, politico e militare della popolazione rurale. In Spagna un'intera regione, la Castiglia, prese il nome dall'abbondanza di queste costruzioni.
In Francia, i castelli e gli ambiti territoriali da essi dipendenti (le castellanie) divennero i centri effettivi della vita locale. Anche in Germania si verificò l'incastellamento dei territori seppure a partire dalla fine del secolo XI.
Il castello sorgeva in genere isolato in un luogo dominante e in posizione atta a controllare le vie di comunicazione, ma vi sono tuttavia, specialmente nelle città dell'Europa settentrionale, esempi di castelli edificati all'interno delle città.
Dal punto di vista costruttivo, le strutture del castello erano diverse da luogo a luogo. Esse però erano sempre condizionate dalle esigenze di carattere militare e di difesa, che comportavano la necessità di accogliere, in caso di bisogno, gli abitanti del territorio circostante e di resistere agli assedi.
Molto semplici le prime costruzioni: terrapieni di forma circolare muniti di palizzate in legno e dotati di una torre centrale anch'essa in legno o, assai di rado, in pietra. Nella torre prima a pianta circolare e poi a pianta quadrata, vivevano il signore e la sua famiglia, i servitori ed i soldati ed erano custodite le scorte di cibo e di armi.
A motivo del carattere primitivo delle tecniche d'assedio degli eserciti dell'epoca, tali strutture restarono per lungo tempo quasi immutate. Successivamente, l'esperienza degli eserciti cristiani, maturata durante le crociate per contrastare le evolute tecniche d'assedio arabe, favorI il ritorno in occidente di quelle conoscenze d'architettura militare che, già romane, erano passate prima ai bizantini e poi agli arabi: torri quadrangolari e poligonali, corpi aggettanti come le bertesche, fossati, ponti levatoi, saracinesche, merli e feritoie per arcieri e balestrieri, caditoie o piombatoi per gettare proiettili su chi si fosse avvicinato troppo alle mura, ed altre opere di difesa.
Il primo esempio occidentale nel quale sono accolte alcune di queste innovazioni è rappresentato dalla rete di castelli eretti da Federico Il di Svezia in Puglia e in Sicilia utilizzati sia come sedi di guarnigioni (castra) sia come residenze (solacia).A partire dal secolo XIII, con eccezione delle costruzioni federiciane, il castello feudale assunse in occidente una caratteristica fisionomia destinata a durare nel tempo e basata su tre principali elementi:
1) la cinta muraria, semplice, doppia e in qualche caso tripla, munita di torri nascenti dal suolo o pensili che la dividevano in tratti detti cortine, circondata da fossati, dotata di strutture avanzate (barbacani) e di altre opere difensive.
2) il maschio (o mastio), torre principale situata nella posizione dI maggior possibilità di difesa e sede degli ambienti destinati al signore, all'armeria ed alla custodia del tesoro e delle scorte di cibo.
3) il palazzo, separato dal resto del castello da mura interne e costituente la residenza del signore, all'inizio incorporata nel maschio e successivamente collegato a questo da ponti fissi o mobili.
A partire dal XIV secolo, l'architettura castellana italiana si differenziò in parte da quella del resto d'Europa, come conseguenza del sorgere nel nostro paese di nuove ed originali strutture a carattere politico.
Infatti, lo sviluppo dei Comuni portò alla costruzione di edifici pubblici civili con forme architettoniche derivate dalla tipologia castellana (es.: Palazzo del Podestà a Firenze), cosI come l'affermarsi delle Signorie portò anchíesso al sorgere, su modelli castellani, di edifici idonei a conferire prestigio e sicurezza alle famiglie signorili (es. palazzo d'Este a Ferrara o degli Sforza a Milano) e ponendo le basi del successivo passaggio dal castello alla reggia.
L'architettura di tali edifici restava però, per ragioni soprattutto ornamentali, legata essenzialmente ai vecchi modelli anche se militarmente superati.
Le variazioni più importanti riguardarono: la diminuzione in spessore ed in altezza del maschio e delle mura; lo sviluppo della merlatura come puro esercizio di stile; l'attribuzione ai fossati di una sempre maggiore importanza dettata più da necessità di carattere artistico che non di difesa.
Tra il XV e il XVI secolo architetti come Francesco di Giorgio Martini, Giuliano da Sangallo e Michelangelo Buonarroti diedero avvio alla costruzione di nuove tipologie architettoniche dei castelli per contrastare la crescente potenza delle artiglierie: fortezze basse, muri a scarpata, eliminazione delle cortine perpendicolari e merlature.
Sorgono cosI le cinte bastionate che per essere state progettate dagli architetti italiani dettero vita alla famosa scuola italiana ed al sistema di fortificazioni detto fronte italiano migliorato.
Infine, l'adeguamento ai canoni dell'arte del mondo classico greco e romano e l'avvento del barocco ostacolarono l'ulteriore utilizzazione dei modelli della architettura castellana che ricomparvero, solo sporadicamente, in alcune costruzioni del 1800 sotto líinfluenza delle tendenze culturali ed artistiche del romanticismo e del neogotico.
In Italia la distribuzione dei castelli non è regolare: molti furono costruiti sulle grandi vie di comunicazione (Val d'Aosta, Via Flaminia, ecc.) o nelle città come edifici comunali (Lombardia) o come luoghi d'appoggio nelle lotte tra i baroni e il papato (Lazio) o come barriera alle continue incursioni dei Saraceni (Italia meridionale). Parte di essi furono distrutti in seguito alle lotte tra guelfi e ghibellIni o dall'uso delle artiglierie; altri furono adattati a prigioni o destinati a pubblica utilità, e solo pochi trasformati in palazzi.
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